gennaio 10, 2010

polpo all'acqua sua

PULPE COTT CHE L'ACQUA SO
Abbiamo già parlato di polpi, questa volta come si dice a Bari “u facim cott che l'acqua so’”ovvero cotto nell’acqua sua. Inutile dirvi del delirio di sapori e profumi che sprigiona il polpo cotto con l’acqua sua ,come è doveroso farvi sapere che ai baresi, per quanto riguarda il polpo, nessuno può dire niente.
Per quanto riguarda le varietà di polpi, come acquistarli ecc. ecc. andiamoci a chiarire le idee nella già pubblicata preparazione di giugno “polpi e funghi”
Innanzi tutto il polpo prima di finire in pentola dovrebbe essere sottoposto ad un trattamento particolare.
Lascio la parola ad un articolo dalla rubrica Gastronomia della “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO on line” riportata all'etichetta “tecniche” di questo blog, la descritta preparazione del polpo è conosciuta solo in terra di Bari
SERVONO
Naturalmente i polpi: se piccoli due a persona se medi uno,ottimo anche un bel polpone da 1 kg.. Ovviamente da servire a pezzi con il suo sughino. Tenete presente che i polpi cuocendo perdono il 50 per 100 del volume, ovvero si riducono della metà.
Un piccolo peperoncino
Un mazzetto di prezzemolo
Pepe in grani un cucchiaio
Olio evo una tazza da caffè
Una cipolletta tagliata a fettine
Aglio 3 o 4 spicchi
Pomodorini una quindicina
Concentrato di pomodoro due cucchiai colmi

Ora mettete tutto in una pentola, rimestate bene con un cucchiaio di legno e coprite la pentola con un paio di fogli di carta porosa , ottima la carta delle buste del pane, la legate sul bordo della pentola e tagliate la carta in eccesso.

SIAMO ALLA CONCLUSIONE
Mettete la pentola sul fuoco ( il fornello medio ) rigorosamente al minimo .
Fate cuocere per un’ora e mezza, scuotete ogni tanto durante la cottura, delicatamente per non rompere la carta che nel frattempo si sarà inumidita.
Tagliate lo spago, togliete la carta e controllate: se il sughino non è abbastanza denso rimettete la pentola sul fuoco e, controllando a vista, fatelo ridurre.
Versate il tutto in una teglia di servizio e portate a tavola!
GODETE GENTE ……….GODETE
Sono certo che dopo averlo assaggiato mi vorrete bene.
egidiobaresedibari
cuoco imperfetto

gennaio 04, 2010

preparazione del polpo

IL POLPO "ARRICCIATO"


Nella zona del Barese il mare offre splendide orate, sogliole, dentici e scampi e soprattutto magnifici polpi che si possono gustare crudi dopo, però, essere stati rigorosamente "arricciati".
Un vero e proprio rituale, unico al mondo, che i pescatori baresi compiono a "ndèrr a la lanze" il mercato del pesce tra l'ex teatro Margherita e il circolo Barion e che per sortire gli effetti desiderati richiede grande esperienza e soprattutto molta pazienza.
Si strappa, per prima cosa, la tasca dell'inchiostro (la malandra che poi verrà infarinata e fritta) coi denti, ma il più delicatamente possibile per evitare che si laceri.
Tolta la membrana superiore, si poggia il polipo su una pietra lisca e lo si colpisce con una pala di legno fino ad accertarsi che sia sopraggiunta la morte.
Per terminare l'operazione occorre però afferrarlo per la sacca e sbatterlo con violenza sugli scogli fino allo sfibramento finale di tutti i filamenti nervosi.
Dopodiché lo si trascina avanti e indietro sul bordo del mare per togliere eventuali umori amari e rafforzare il sapore di mare. (schiumare il polpo)
L'ultima operazione, quella che richiede grande maestria, può protrarsi da una a due ore: si raccoglie, infatti, il polpo pestato in un cestello di legno e, grazie a un altalenante movimento di braccia, a un certo punto riprende vigore.
I tentacoli, da flaccidi cominciano di nuovo a fremere grazie al movimento ondulatorio-sussultorio e ad attorcigliarsi in altrettanti boccoli con grande soddisfazione dell'arricciatore.
Incredibile vero?
A questo punto il polpo è pronto per essere mangiato crudo o per le diverse preparazioni tradizionali.


Per gentile concessione de La Gazzetta del Mezzogiorno.it